domenica 15 dicembre 2013

Tutti arrabbiati con Grillo. Ma è Letta che ha davvero cancellato l'articolo 67 della Costituzione.

L'Articolo 67 della Costituzione della Repubblica italiana recita:
« Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato »
Questo articolo della Costituzione italiana fu scritto e concepito per garantire la libertà di espressione più assoluta ai membri del Parlamento italiano eletti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. In altre parole, per garantire la democrazia i costituenti ritennero opportuno che ogni singolo parlamentare non fosse vincolato da alcun mandato né verso il partito cui apparteneva quando si era candidato, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori che, votandolo, gli avevano permesso di essere eletto a una delle due Camere (divieto di mandato imperativo). Il vincolo che lo lega agli elettori assume, invece, la natura di responsabilità politica.

(fonte: Wikipedia)

Questo dice la Costituzione. Quando Beppe Grillo si è permesso di mettere in dubbio l'art. 67, apritici
cielo! "Criminale, buzzurro, ignorante, fascista, comunista, servo dei poteri occulti, padrone oppressivo di partito, etc etc"
Anche io, nonostante la simpatia che mi lega a M5S, sono contrario: penso che un parlamentare abbia una testa e debba usarla. Non si può fare ogni due secondi un televoto per stabilire come e se debba comportarsi il parlamentare! Del resto, il vincolo esiste(va) e si chiama(va) : elezioni. Tu ti comporti male, non mi piace quel che fai, e io, tra 5 anni, non ti voto più.
(Questo, almeno, prima dell'introduzione del Porcellum, che ci ha levato il diritto di scelta. Ma questa è un'altra storia.)


Quello su cui vorre riflettere è un altro punto. Ossia: i ricorsi ai Decreti Legge e al Voto di Fiducia da parte del Governo Letta, non rappresentano un attentato all'articolo 67 di natura ben più grave di quella di Grillo?

Ad esempio, dopo 20 anni di quello che è un conclamato furto e ruberia da parte dei partiti ai danni degli Italiani, quale è la necessità e l'urgenza di sottrarre al dibattito parlamentare il tema del finanziamento pubblico ai partiti? (o rimborso elettorale, che dir si voglia)
Il Premier aveva promesso di farlo entro fine anno: questa sarebbe la motivazione? Spero che qualcuno abbia fatto notare che comunque, NON ha mantenuto la promessa, perché i Decreti vanno convertiti in legge entro 60 giorni per rimanere legge, e, quindi, andremo ben oltre il limite di fine d'anno.
 Nel merito qualcuno ipotizza che non sia stato abolito un bel nulla e, anzi, il nuovo regime peggiora la situazione per le casse pubbliche. Quindi, levare il dibattito parlamentare, col rischio che qualcuno riuscisse ad informare gli Italiani della nuova presa per il culo, sostituendolo col clamore mediatico del Decreto Legge, è stata una bella mossa per i partiti-ladri. 
Ma, in questo post,  non è neppure questo, il punto.
Il fatto è che il Premier, (un nominato in una lista senza scelta, tramite una legge incostituzionale,  e il cui governo non è stato votato da nessun elettore),  ha fatto una promessa di Pinocchio, e questo imporrebbe un vincolo ai parlamentari?
Vincolo, che sarebbe poi quello di  approvare la "sua" legge e in tempi brevi e senza discutere?
Grillo ha fatto un attacco verbale all'art. 67 ed è stato, giustamente, criticato.
Ma Letta? Questa non è una abolizione de facto dell'articolo 67? 
Il Parlamentare rappresenta ancora, almeno nominalmente, la Nazione  o serve solo come grancassa per  il volere del Governo di turno?
Rappresenta gli Elettori o solo gli interessi dei Partiti?
Lo so che questa storia dei Decreti Legge e dei voti di fiducia va avanti da anni e caratterizza i regni - pardon!! le Presidenze- di Napolitano. Ma è ora che la situazione sta precipitando, senza ritorno..

Queste sono le domande: se volete, datevi le risposte. E poi ricordatevene quando andate alle urne, se ancora ci potremo andare. 
Ciao!

martedì 13 agosto 2013

Ma ci sono differenze di base tra omofobia, razzismo e femminicidio?

Un cretino, da solo o in gruppo, sfrutta la sua pretesa superiorità, fisica o morale,  per sottomettere alla sua volontà, se non addirittura uccidere,  un'altra persona, colpevole ai suoi occhi di appartenere ad una particolare categoria umana o sociale, considerata inferiore.

A me sembra che tutto quello che riguarda omofobia, razzismo e femminicidio sia qui. Certo cambia il bersaglio, il "target". Ma nelle premesse, di base, c'è sempre lo stesso comportamento. Basato sull'odio verso una persona che contrasta il nostro (come carnefici) presunto senso di superiorità

Supponiamo che un branco di 5 persone si coalizzi. E di volta in volta prenda a tartassare di telefonate, bucare le ruote della macchina, buttare vetriolo in faccia e alla fine uccidere, non incontri occasionali ma delle persone conosciute da tempo e frequentate:

  • una donna in quanto ex moglie di uno di loro, 
  • un nero in quanto troppo intelligente rispetto a loro, 
  • un elettore del PdL in quanto ha avuto ragione in un dibattito politico al bar,
  • un sindaco in quanto ha messo non ha fatto levare la multa per sosta vietata ad uno di loro. 

Tutto sempre con le stesse identiche modalità.

Ovvio, è solo un esempio: ma davvero pensate ci debba essere una legge diversa per ogni casistica? Davvero pensate che questo ipotetico branco, una volta catturato, debba essere condannato per motivi diversi per ogni omicidio?
Eppure, non si tratta sempre di omicidio con una aggravante di odio per motivi abietti?
Per favore, chiaritemi le idee. Io non sono un giurista.

Fare decine di leggi, minuziose, casistica per casistica, siete sicuri che davvero serva? O è solo retorica?
Non sarebbe invece meglio investire soldi per contrastare la (sub)cultura maschilista, razzista, antidemocratica etc etc. e rimuovere il problema alla fonte?
Perché alla fine, parliamoci chiaro, in Italia, sottovoce, noi "siamo" davvero maschilisti, razzisti, fascistoidi (a destra come a sinistra)...Non trovate?

giovedì 25 luglio 2013

Governatori non salvati dalla Corte Costituzionale, ma dall'incapacità di politici e dei loro consiglieri.

Ecco, un buon esempio di disinformazione ad hoc.
Un esempio di incapacità amministrativa
Il governatore oberato di debiti per la sanità, suoi o ereditati, non è stato salvato dalla Corte Costituzionale!
La Corte Costituzionale, come tutte le corti, e fino a prova contraria, applica la legge: nel suo caso, anzi, applica la suprema Legge: la Costituzione.
Se un provvedimento è scritto in contrasto con la Costituzione, la corte ha l'obbligo di blocccare quella legge e i suoi effetti. Banale, ma è cosi che funzione.
Quindi, per favore, non nascondiamoci dietro un dito. Ci sono migliaia di consulenti legali e dipendenti esperti di legge, alla Camera, al Senato, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Presidenza Repubblica.
Senatori, Deputati, Ministri, Presidente della Repubblica, in teoria, dovrebbero essere adeguatamente consigliati e indirizzati prima di avare e approvare provvedimenti.
Eppure, spesso, spessissimo, provvedimenti, come quello in oggetto, sono tarati da vizi, pecche e difetti, che ne portano alla dichiarazione di incostituzionalità.
Quindi delle due l'una: o queste migliaia di dipendenti e consulenti sono ladri di stipendio, in quanto incapaci e inutili; oppure chi firma e approva i provvedimenti lo fa in malafede, solo per facciata e pubblicità, sapendo che saranno bloccati dopo e non produranno effetti.
Oppure tutte e due le cose.
In ogni caso il risultato finale è lo stesso: la legge non produce effetti, gli elettori sono stati illusi, e tutti salvano il loro privilegio a rimanere incapaci a vita.
Bisogna che tutto cambi perché nulla cambi.
Che ne dite?

martedì 23 luglio 2013

Al bravo parlamentare è proibito...

Ma di che si lamenta Grillo? Il vincolo di mandato, già esiste. E' stato istituito in questi pochi mesi di Governo Letta - Alfano.
Non ci credete? Eppure basta osservare i fatti. Il bravo parlamentare non può fare più un sacco di cose (certo poi ci sono quei pochi bolscevichi che saranno presto ricondotti all'ordine).

Riassumendo, al bravo parlamentare è proibito:


In compenso, il bravo parlamentare  è autorizzato ad applaudire entusiasticamente la relazione del ministro di turno, qualsiasi idiozia contenga.

E non fa niente che sia lui, (il bravo parlamentare), che il ministro fanno la figura di bamboccioni, incompetenti e inutili: l'importante è andare avanti.
Prima o poi qualcosa succederà.
Tipo che si chiuda il Parlamento: tanto, oramai, non serve più a nulla.



martedì 26 febbraio 2013

Elezioni 2013: vincono tutti!

Ha vinto Grillo, perché è il fenomeno del momento
Ha vinto Berlusconi, perché ha perso solo il 16% delle preferenze rispetto al 2008.
Ha vinto Bersani, che, comunque, guida il primo partito
Ha vinto Maroni, che ha dimezzato le preferenze, ma ha conquistato la Lombardia.
Ha vinto Ingroia, che ha dimostrato che un guatemalteco senza arte ne parte può prendere il 3% dei voti.
Ha vinto Monti, perché, nonostante la politica del rigore, ha quasi raggiunto le due cifre come preferenze.
E poi ha vinto Casini, perché le idee cattoliche trovano sempre un spazietto; Fini che è stato votato anche dalla moglie (2 voti 2 li ha presi); e Giannino, perché le sue idee non sono state travolte dai falsi master.

Vincono tutti.
Perdono solo gli Italiani.